I MOSAICI DEGLI ANGELI Salendo le scale di Palazzo pretorio, a Prato, per l'inaugurazione della mostra, ascoltai un pò distrattamente Carlo Giulio Argan che, rivolgendosi al suo ospite, Bruno Saetti, ricordava i maesti musivi ravennati. Appena varcata la soglia però il serioso critico cambiò espressione e, in qualche modo sconfessando quanto detto in precedenza, evocava, ormai definitivamenete, l'assonanza dei mosaici esposti con l'arte musiva romana che paradosalmente la parca esposizione era riuscita ad evocare: sottili muri in calcestruzzo armato, supporti delle tessere musive, appesi, come quadri, a tubi per impalcature testimoni e ultimi detentori dell'arte come materia.
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